BenQ XL2420T: quando il gioco si fa duro… - BenQ XL2420T in test

Indice articoli

 

BenQ XL2420T in test

 

Colour banding

 

Come primo test abbiamo verificato la presenza del classico fenomeno del colour banding, ovvero delle bande di colore sulle sfumature con diverse tonalità.

 

Contrasto  grigio  rosso  verde  blu  giallo  hsl 01  hsl 02

 

Avendo un pannello TN con profondità colorimetrica da 6-bit con funzione FRC, che emula quindi fino a 16.7 milioni di colori, il BenQ XL2420T manifesta alcuni problemi di questo effetto, rimanendo comunque in linea con i monitor della stessa tipologia.

 

Uniformità

 

Suddividendo lo schermo in nove rettangoli, abbiamo misurato con il colorimetro l’uniformità della luminosità e dei colori. La differenza massima registrata è risultata pari al 16%, con una media di 11,6%, per quanto riguarda la luminosità, mentre per il colore, il Delta-E maggiore è stato di 2,1, con una media di 1,3.

 

uniformità luminosità  uniformità colore

 

Abbiamo inoltre catturato due immagini con una schermata nera al buio con diverso tempo di esposizione della fotocamera. L’immagine di sinistra riporta la situazione più simile riscontrabile ad occhio nudo, mentre quella di destra ha una sensibilità maggiore alla luminosità.

 

nero 01  nero 2

 

L’esemplare testato non ha manifestato evidenti fasci luminosi, dimostrando un backlight piuttosto soddisfacente, merito anche del valore della luminosità impostata al minimo. Si riesce ad apprezzare lievemente un leggero effetto bleeding nella parte inferiore all’aumentare della luminosità. Si ricorda che questo fenomeno è variabile da monitor a monitor.

 

Angoli di visione

 

Il pannello LCD montato dal BenQ XL2420T è a matrice TN e questa tipologia non annovera di certo tra le sue qualità un ampio angolo di visione.

 

angoli visione

 

Il risultato è in linea con le aspettative e paragonabile ad altri monitor con pannello TN. Si evince chiaramente il limitato angolo di visione, specialmente in verticale.

 

Reattività

 

 

Come al solito, abbiamo catturato diverse immagini con le diverse modalità settabili sul monitor, utilizzando il software PixPerAn. Da una sequenza di dieci foto per test, abbiamo estratto il risultato migliore e peggiore.

 

reattività

 

Per quanto riguarda il tempo di risposta, il BenQ XL2420T non mostra particolari problemi, dato che ha a disposizione un’arma in più: il refresh a 120 Hz. La funzione offerta dall’overdrive AMA (Advanced Motion Accelerator) e la modalità 120Hz, agiscono in modo differente, anche se entrambi contribuiscono a un unico risultato, ovvero migliorare la visione durante le sessioni di videogames. L’azione della funzione AMA, che può essere solamente attivata o disattivata, va a migliorare la reattività dei pixel, andando a limitare l’effetto ghost. Un’immagine più definita e con meno scie, risulta facilmente riscontrabile anche ad occhio nudo attivando l’overdrive AMA a 60Hz. In alcuni rari casi si manifesta il cosiddetto reverse ghost (immagine scura), ma l’esperienza di utilizzo rimane migliore con la funzione attiva.

Per aumentare il refresh fino a 120 Hz si può agire dalle funzioni del sistema operativo o dal pannello di controllo della scheda video. Tale frequenza di aggiornamento consente di poter giocare con un frame rate, stabile, fino a 120 fotogrammi al secondo con VSync attivo, a patto di avere un comparto video all’altezza. Al contrario di quanto avviene nel mondo delle televisioni, il refresh è realmente di 120 Hz, senza interpolazioni, e per la stessa sequenza si avranno a disposizione il doppio di immagini rispetto a un monitor da 60 Hz. È chiaro quindi, che una sequenza creata da un numero doppio di frame, apparirà più definita e con meno effetto ghost.

 

Corsair

Articoli Correlati - Sponsored Ads